Storia
Il paese è menzionato per la prima volta in un atto del X secolo d.C., quando faceva parte dei possedimenti della chiesa pavese di San Giovanni. In seguito divenne possesso per tre quarti del feudo di Broni e per un quarto del feudo di Stradella. Per questa ragione la parrocchia di San Cipriano, in origine appartenuta alla diocesi piacentina, passò a quella pavese poiché si trovava nel feudo di Stradella, amministrato dalla curia, mentre il resto del paese fu governato dalla nobile famiglia degli Arrigoni fino al XVIII secolo. Pertanto, pur costituendo un solo comune, era diviso in due giurisdizioni: la parte vescovile, chiamata anche Corte di San Cipriano, si trovava a sud, dove c'è la chiesa, mentre quella bronese era a nord. La doppia amministrazione fu necessaria fino al 1797, anno della soppressione del feudalesimo.
In epoca napoleonica al comune di San Cipriano furono unite le due attuali frazioni Buffalora e Coste, che erano state fino ad allora comuni a sé: appartenevano agli stessi feudi che si dividevano il dominio su San Cipriano: Buffalora alla contea di Broni, Coste al feudo vescovile di Stradella e Portalbera.
Tra gli edifici importanti del paese si annoverano anche i resti di un'antica torre, situata nei pressi del campo giochi.